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Un De Filippo di Francia con sangue torrese e la passione per il Napoli e la Marinara

E’ nato sulla costa non lontano da Marsiglia, vive a Milano ma ha sangue campano. Il cognome tradisce più di ogni altra cosa ma è motivo di orgoglio. Anzo De Filippo fa parte del gruppo di tifosi di Lione che hanno dato vita, insieme con Yoann Mormile, al Napoli Club 0169 nella città francese.

E’ lì che Anzo, da poche settimane trasferitosi a Milano per motivi di lavoro, ha trascorso gli ultimi 9 anni. L’orgoglio più grande è stato l’aver sostenuto il Napoli nell’amichevole di Marsiglia dove era stata vietata la presenza di supporters azzurri provenienti dalla CAmpania per motivi di ordine pubblico. Del Napoli ha parlato e parla anche dalle frequenze di una radio locale.
Appena trasferitosi in Lombardia ha cercato altri compagni di tifo e li ha subito trovati in Milano Azzurra. Lo scorso 30 giugno ha infatti partecipato alla cena sociale di fine stagione organizzata presso “La Piccola Ischia” di viale Umbria, a Milano.
Da cosa e da dove nasce la tua passione per il Napoli?
“La mia famiglia ha origini napoletane e il mio cognome non mente. In particolare miei parenti emigrarono da Torre del Greco e da Ischia. Mio cugino, tifoso del Lione, mi ha trasmesso la passione per il calcio e poi visitò Napoli parlandomi della passione dei napoletani per il calcio e per il mito Maradona. All’epoca ero molto giovane e solo in seguito avrei capito cosa rappresentava Diego per Napoli. Allora visitai la città con i miei genitori ed era un periodo stupendo perché era appena arrivato Cavani ed avevamo vinto la Coppa Italia con la Juve. Così è iniziato tutto, circa 10 anni fa. Deve essere successo qualcosa che ha risvegliato nel sangue la passione che mi proviene dalle origini familiari. E per me sarebbe impossibile tifare per le squadre del Nord, come Inter, Juve e Milan, perché va contro la mia identità. Anche per questo ho abbandonato lo stadio del Lione: sono troppo simili a quei club”.
Come sei venuto a conoscenza di “Milano Azzurra”?
“Ho visto sempre lo striscione nella curva in casa e soprattutto in trasferta. Quando sono arrivati a Milano alcuni mesi fa è stato naturale prendere contatto con loro per condividere qualcosa con i tifosi napoletani e soprattutto con la gente napoletana che sicuramente sarebbe stata più gentile e accogliente in una città per me nuova. C’è una questione di mentalità oltre che di tifo”.
Sei soddisfatto dalla stagione del Napoli che è tornato in Champions oppure c’è una grande amarezza per quell’aprile così nero?
“Come facciamo a non essere arrabbiati? Abbiamo fatto tante vittorie all’inizio, sembravamo una macchina perfetta. Purtroppo ci sono stati episodi sfortunati e nel finale come sempre ci siamo persi sul più bello perdendo anche con le squadrette. Secondo me il momento decisivo è stato dopo la vittoria con la Lazio. Siamo tornati nella nostra consueta realtà. Devo anche dire che ho visto alcune partite al Maradona e il tifo che ricordavo non c’è stato. Spero che la prossima stagione sia diversa da questo punto di vista: abbiamo bisogno del supporto di tutti”.
Sei uno di quelli che auspica l’ingresso di un grosso gruppo straniero nel Napoli oppure il caso Paris St Germain è non replicabile per noi?
“E’ una questione delicata. Tutti vorremmo vedere il Napoli vincere qualcosa in Italia e in Europa, ma io da tifoso del Lione non posso che stigmatizzare il fatto che il Paris St Germain pur spendendo tanto ha rischiato di non vincere il campionato tutti gli anni. Forse dobbiamo riconoscere che De Laurentiis in questi anni ha fatto qualcosa di grande prendendo il Napoli in serie C e portandolo in Champions in pochi anni tenendo testa a squadre come PSG e Manchester City che avevano i famosi grandi investimenti stranieri dietro. L’augurio è che la società abbia raggiunto una maturità non solo economica ma anche di strategie. Manca l’ultimo pezzo, forse qualche sfera si deve allineare per permettercelo. Ci è mancato pure un pizzico di fortuna. Forse ci manca pure qualche uomo simbolo: penso al Milan che ha vinto con una leggenda come Maldini al comando. Sarebbe bello vedere un Hamsik in società”.
Non posso non chiederti: cucina francese o cucina italiana?
“La cucina italiana è la migliore del mondo, quella napoletana poi non ne parliamo. Il mio migliore amico è un pizzaiolo campione di Francia di pizza napoletana. Credo che avendo i prodotti giusti si possano fare grandi cose nell’ambito della cucina italiana. Ma l’ingrediente principale è la semplicità”
E la tua pizza preferita?
“Sono un purista: quindi la Marinara è la più gustosa, la più autentica”.
Dario De Simone
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