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Tessera, divieti e abusi: la “colpa” è dei nocerini

Sarebbero i tifosi della Nocerina i principali “responsabili” del caos che da anni va in scena intorno alle partite di calcio giudicate a rischio. Perché risale a 11 anni fa l’episodio che ha cambiato la storia delle trasferte.

Il problema degli scontri tra opposte fazioni era stato parzialmente risolto dall’introduzione delle prime “tessere del tifoso”; erano tessere diverse, delle vere e proprie carte assimilabili ai bancomat e alle prepagate. Vennero bocciate dal Consiglio di Stato nel dicembre del 2011 con una decisione che fece epoca: le tessere erano illegittime perché veniva mischiata la (presunta) funzione di ordine pubblico con quella più propriamente commerciale (in linea con il nuovo corso del “maledetto calcio moderno”). La tessera, fortemente voluta dall’allora ministro Roberto Maroni, fu quindi modificata negli anni successivi e diventò quella che attualmente viene rilasciata da molti club.




Gran parte dei gruppi organizzati ingaggiò una battaglia e praticamente nessuno si tesserò. In molti casi le trasferte organizzate non si videro più in occasione di partite a rischio. Ma il grosso delle gare rimase parzialmente libero e in altri casi gli ultras riuscirono a comprare il biglietto con il supporto delle tifoserie ospitanti nell’ottica di una solidarietà tra chi si proclamava vittima di “persecuzioni” che ricalcò quanto avvenuto alla fine degli anni ’80 quando pure si tentò una stretta sui biglietti.

Tutto sarebbe cambiato nel 2013 in occasione della celebre partita tra Salernitana e Nocerina allo stadio Arechi. Era una delle gare ad altissimo rischio per la quale veniva richiesto l’utilizzo della tessera del tifoso; i nocerini – cambiando per sempre la storia – la sottoscrissero in massa per andare a vedere l’attesissimo derby che non si disputava da tempo immemorabile. Ma si scontrarono contro ulteriori problemi: la Questura impose di non viaggiare su mezzi a 9 posti ma solo su autobus grandi che non furono facili da reperire, cosa che poi però avvenne.
A questo punto, colta di sorpresa, la Questura di Salerno decise di chiudere il settore ospiti e vietare la trasferta. Ne conseguì il duro confronto a Mercato San Severino durante il quale fu chiesto ai calciatori rossoneri di non scendere in campo; vi rimasero per 20 minuti prima che una lunga serie di infortuni costrinse l’arbitro alla sospensione. Pagò la Nocerina che riuscì a retrocedere in un campionato senza retrocessioni sul campo, pagarono i tifosi con discutibili Daspo e anche alcuni arresti, mentre non è mai stato chiaro perché il club non abbia fatto ricorso al Tnas per evitare la sanzione più dura. Non è mai stato stabilito chi fosse parte lesa visto che pure i calciatori rossoneri andarono incontro a pesanti squalifiche. Comunque quel giorno cambiò la storia per sempre.



Altre tifoserie seguirono l’esempio dei supporters molossi e iniziarono a tesserarsi negli anni successivi. I primi tesseramenti nella tifoseria del Napoli risalgono ad alcuni gruppi nella stagione 2016/2017. Da quell’anno iniziarono problemi, divieti, limitazioni, decisioni prese e poi revocate fino alle sempre più frequenti “tarantelle” di quella che ormai è storia di oggi.

 

 

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