La storia illustrata della trionfale marcia Scudetto vista con gli occhi di una piccola tifosa che finisce tra le mani di altrettanto piccoli pazienti degli ospedali Santobono e Pausilipon di Napoli. E’ la storia di “Passione Azzurra”, il libro di Anna Calì che da qualche giorno è stato portato all’interno dei due nosocomi per celebrare insieme con i giovani pazienti il magico viaggio degli azzurri verso il terzo storico Scudetto.

Edito dalla sezione “Kids” di Officina Editoriale Milena, Passione Azzurra è fondato sui testi di Anna Calì e sulle illustrazioni di Annalisa Maggio. E’ basata sulla vicenda della piccola Andrea, appassionata di calcio grazie ai racconti del papà. Una storia, quindi, un po’ azzurra e un po’ rosa che racconta tutto il contorno di questa incredibile stagione del Napoli di Luciano Spalletti.

Come è nata l’idea di portare questa graphic novel all’interno dell’ospedale Santobono?
“E’ nata subito dopo aver terminato la stesura del libro. Ho immaginato diverse volte la festa scudetto e i festeggiamenti e ho provato anche tristezza nel sapere di tanti bambini chiusi in ospedale a causa di malattia e non poter godere di tale gioia”.

Quanto è forte la passione azzurra nei luoghi della sofferenza? C’è un sentimento speciale?
“Tanta. Sia gli adulti che i bambini, ricoverati negli ospedali e nei luoghi di sofferenza, cercano conforto anche nella cosa più “banale” ed è giusto donare loro dei sorrisi. Sì, c’è un sentimento speciale”.

E’ un modo di fare innocente proselitismo tra i più piccoli?
“Assolutamente no! Credo fortemente nella beneficenza e nel poter aiutare il prossimo”.

Tra tutte le immagini rappresentate nel fumetto ce n’è una che è stata maggiormente apprezzata dai lettori?
“Sì, quella di Victor Osimhen ritratto con la sua maschera portafortuna e la maglietta del Napoli con i pipistrelli. Proprio come se fosse il nostro Batman”.

E per Anna qual è stata l’immagine simbolo dello Scudetto?
“Tante sono le immagini simbolo dello Scudetto impresse nella mia mente; le lacrime dei tifosi, gli abbracci, la gioia negli occhi dei bambini, ma una su tutte il modo civile e intelligente di come si è festeggiato, perché in fondo, lo Scudetto è stato anche il simbolo della nostra civiltà”.