Salerno: accuse di squadrismo a politico fa annullare presentazione libro sul Napoli
E’ bufera a Salerno in seguito all’annullamento della presentazione del libro dell’ex senatore Gaetano
Quagliariello. Lo ha deciso l’autore in seguito ad un post di un consigliere comunale sotto il quale erano comparsi
poi commenti poco edificanti.
“Scusa papà ma io tifo Napoli” avrebbe dovuto essere presentato giovedì pomeriggio presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno alla presenza del delegato alla Cultura dell’ente provinciale, dello scrittore Amleto De Silva e dell’autore, ex parlamentare di Forza Italia, giornalista, docente universitario e soprattutto tifosissimo del Napoli.
Ieri sera il consigliere comunale Roberto Celano (nella foto tratta dal suo profilo Facebook), esponente di Forza Italia, aveva pubblicato un post nel quale si sottolineava che tale presentazione avrebbe potuto essere presa come una provocazione da ambienti del tifo granata. Di qui la decisione di Quagliariello di annullare l’evento.
In poche ore è scoppiata una polemica feroce. Il primo ad intervenire è stato Massimiliano Amato, noto ed apprezzato giornalista salernitano con la passione per il Napoli, che in un post aveva anche accusato Celano, senza farne il nome, di utilizzare metodi fascistoidi: “ha fatto una sottile opera di incitamento alla violenza per dissimulazione. Ha insinuato, ammiccato, blandito – scrive Amato – Ha lanciato il sasso nascondendo la mano. Tecnica messa a punto dai fascisti in epoca repubblicana, da quando per Costituzione sono diventati fuorilegge“.
Più sereno il commento di Amleto De Silva che ha spiegato: “Riteniamo che la presentazione di un libro debba essere una festa, cosa impossibile se arriva qualcuno a rovinarla. Perciò abbiamo annullato l’evento, per noi la polemica finisce qui e non va ingigantita“.
In realtà, nel corso della giornata sono comparsi molti commenti critici nei confronti del consigliere Celano. In
tanti, pure tra i suoi sostenitori, gli contestano i metodi: “Alimentare conflitti può far prendere voti ma fa
perdere civiltà e umanità”, “Questo post è istigazione all’odio, punto”, “Stavolta non sono assolutamente
d’accordo, onestamente una caduta di stile … Mi permetta di dissentire , senza offesa…”
Molti tifosi granata inoltre spiegano che “dovremmo essere superiori e pensare alla nostra fede per la
Salernitana“.
Da anni molti politici salernitani sono accusati di prendere voti puntando sulla rivalità con Napoli. Il
Governatore Vincenzo De Luca, ad esempio, era sempre stato in conflitto con l’ex sindaco di Napoli, Antonio
Bassolino, suo quasi predecessore se non fosse stato per l’intermezzo di Caldoro a Palazzo Santa Lucia.
Ma nel corso degli ultimi mesi, anche in seguito alla promozione e alla storica permanenza dei granata in serie A,
i conflitti erano aumentati così come i tentativi di personaggi salernitani di guadagnarsi il consenso del popolo
attraverso messaggi anche pericolosi.
Il gol di Dia, che a fine aprile aveva costretto Napoli a rinviare la festa di quattro giorni, era stato accolto
con una sorta di festa di San Matteo nelle strade del capoluogo. Ma era in parte legittimo in seguito ad una
settimana di polemiche sulla data della partita che non aveva minimamente tenuto conto delle ragioni
dell’avversaria, la Salernitana appunto; in tanti avevano puntato il dito contro l’arroganza della società azzurra
e le autorità di pubblica sicurezza di Napoli.
L’unico vero segnale distensivo era arrivato dal cuore della Curva Sud Siberiano dove, nel nono anniversario del ferimento di Ciro Esposito, era stato esposto uno striscione in ricordo dello sfortunato tifoso napoletano. Una dimostrazione di come il mondo ultras sia molto più avanti del marciume del sottobosco social e purtroppo a volte anche politico.
Da lì era partita una escalation. Alcune settimane fa il noto scrittore napoletano Maurizio De Giovanni aveva
deciso di annullare la presentazione del suo libro, inserita nel cartellone di un festival a Salerno, per motivi
simili.
Già a marzo Milano Azzurra raccontò per prima delle minacce ai tifosi napoletani delle province di Salerno e Avellino se avessero festeggiato lo Scudetto ormai quasi ipotecato.