Si arricchisce di ulteriori particolari la vicenda del divieto di trasferta deciso per i tifosi napoletani residenti in Campania in occasione della partita di domenica scorsa all’Olimpico contro la Lazio.

Il Ministero dell’Interno aveva vietato l’ingresso anche ai tifosi muniti di tessera del tifoso. A sostenere gli azzurri c’erano quindi numerosi supporters residenti a Roma e altri club del Centro e del Nord Italia. Non è stato il tifo continuo, costante, rumoroso che sostiene il Napoli in occasione delle altre trasferte, ma comunque la squadra non è rimasta sola e ha festeggiato a fine gara con i pezzi rimasti della tifoseria.
Ciò che però non è sfuggito ai più è stata l’accuratezza dei controlli per accedere al Settore ospiti dello Stadio Olimpico. Sono stati ben tre i “checkpoint” con controlli di green pass, documento e biglietto e ben due i controlli personali. Nell’ultimo è stato richiesto a gran parte dei supporters azzurri di svuotare le tasche e mostrare le sciarpe, in alcuni casi anche ai tifosi più piccoli; ad altri è stato chiesto di togliersi la sciarpa usata per difendersi dal freddo di domenica sera per mostrarla all’addetto. Tutto si è svolto in modo tranquillo e sereno, ma la vicenda ha colpito non poco.
Secondo indiscrezioni, raccolte da persone presenti, l’obiettivo era evitare che venissero esposte sciarpe con messaggi di solidarietà nei confronti degli ultras del Napoli ai quali era stata negata la trasferta e che erano con l’orecchio alla radio per seguire la partita.

CON IL VERONA NUOVO DIVIETO DI TRASFERTA

Adesso l’attenzione è puntata nuovamente sul Viminale che quasi certamente vieterà con le stesse modalità l’esodo di tifosi azzurri a Verona il 13 marzo e a Bergamo all’inizio di aprile. Ricadrà interamente sui tifosi del Nord il compito quasi impossibile di non far mancare al Napoli il necessario apporto in occasione delle partite decisive per i posti che contano. Secondo molti, il ritorno degli ultras sarà consentito solo in occasione delle trasferte di Empoli e Torino.