Proseguono le schermaglie tra tifosi napoletani residenti fuori provincia e i supporters delle squadre locali. L’ultimo episodio, peraltro all’insegna della correttezza e della goliardia, si è verificato sabato a Carife.

Nel piccolo centro della Baronia, in provincia di Avellino, si è tenuta la festa per celebrare il terzo storico Scudetto del Napoli; in piazza San Giovanni sono comparsi striscioni e bandiere. Un gruppo di tifosi avellinesi ha allora deciso di calare un drappo biancoverde dal campanile della Chiesa di San Giovanni Battista.
La festa dei tifosi azzurri si è comunque svolta in totale serenità nonostante qualche insulto sui social. Un’altra si era già tenuta subito dopo la partita del 4 giugno contro la Sampdoria.

Ad Avellino erano scoppiate le prime polemiche quando diversi supporters biancoverdi avevano invitato sui social i tifosi napoletani residenti in città a non festeggiare lo Scudetto ormai prossimo, limitandosi ad esporre striscioni e bandiere. Il 4 maggio, durante i festeggiamenti per la matematica conquista del titolo, un’auto con alcuni tifosi azzurri muniti di bandiere era stata circondata da supporters irpini che avevano portato via i vessilli.
Milano Azzurra aveva raccontato in anteprima gli “avvertimenti” social che poi a Salerno erano sfociati addirittura in minacce contro napoletani pronti a festeggiare. In città era stato addirittura diffuso un cervellotico comunicato nel quale si chiedeva di non esporre neanche le bandiere. La tensione tra una minoranza di tifosi granata e quelli napoletani, anche dopo il pari in extremis del derby di fine aprile, era stata alimentata ad arte da politicanti e altri soggetti in cerca di voti facili attraverso una becera e puerile propaganda. Lo scrittore Maurizio De Giovanni e l’ex senatore Gaetano Quagliariello avevano annullato le presentazioni dei loro libri.