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Disastro ordine pubblico a Napoli: milanisti entrati a partita iniziata

Non ci sono solo le già più volte raccontate scene dei tafferugli in Curva B, non ci sono solo gli imbarazzanti silenzi di uno stadio muto davanti ad una sconfitta storica per le dimensioni. Ieri all’esterno dello stadio Maradona è accaduto anche altro: un folto gruppo di tifosi del Milan, in possesso di regolare biglietto per il settore ospiti, è entrato nell’impianto con grande ritardo a causa della lentezza dei controlli agli ingressi.

I tifosi rossoneri sarebbero stati perquisiti più volte causando attese più lunghe del solito; qualcosa del genere era accaduto anche lo scorso anno. Alcuni supporters sarebbero entrati nel settore ospiti solo nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo. Tutto è andato poi bene perché la squadra ha segnato ancora e ha permesso a tutti di festeggiare, ma la vicenda provocherà altre polemiche sulla gestione complessiva dell’ordine pubblico allo stadio. Da più parti si punta il dito contro il Questore Giuliano che viene ritenuto uno dei principali responsabili delle frattura tra società e ultras, ben oltre gli attriti storici tra i gruppi organizzati e De Laurentiis.

Tra l’altro, i tifosi del Milan si sono associati alla protesta ultras intonando ripetutamente il coro “Libertà per gli ultrà”, un coro che aveva un duplice significato: contestare le modalità di ingresso al Maradona, solidarizzare coi rivali napoletani impegnati nella loro lotta contro la repressione. Non è la prima che le due tifoserie, gemellate fino alla metà degli anni ’80, si inviano messaggi di solidarietà: nel 2013 i tifosi partenopei esposero striscioni contro la chiusura di un settore di San Siro per via dei cori di discriminazione territoriale intonati contro i napoletani durante un Milan-Napoli. La norma sulla discriminazione fu poi modificata poche settimane dopo

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