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Incidenti Cagliari-Napoli: il precedente di La Spezia e la chiusura (per 20 giorni) della Curva A

E’ quello di La Spezia nel maggio del 2022 il precedente più simile al quale fare riferimento per capire l’entità della sanzione che colpirà Cagliari e Napoli dopo gli scontri scoppiati nel corso del primo tempo della partita di domenica alla Domus Arena.

Quelli scoppiati allo stadio Picco in occasione dell’ultima giornata del campionato di serie A 2021/2022 sono gli scontri che presentano più analogie con quelli di Cagliari. All’epoca, come oggi, la scandalosa censura dei detentori delle immagini in diretta (contestata apertamente anche da molti giornalisti di rilievo nazionale) non permise di rendersi conto subito dell’accaduto; i video girati dai tifosi e i racconti di chi c’era chiarirono i fatti.
Anche al Picco, come alla Domus Arena, il settore ospiti è diviso da un semplice pannello e a causa dei rapporti pessimi tra le due tifoserie, risalenti ad una finale di Supercoppa di Serie C e giustificati da quelli tra napoletani e genoani, alcuni passarono dalle provocazioni ai fatti e così come a Cagliari le due tifoserie vennero a contatto. Anche in quel caso la partita fu sospesa addirittura per 12 minuti per poi riprendere regolarmente.




Dopo quella partita vennero arrestate 5 persone, vennero emessi numerosi Daspo e vennero chiuse la Curva Piscina dello stadio Picco e la Curva A dello stadio Maradona per un turno. Tuttavia, circa 20 giorni dopo la Corte Sportiva d’Appello Nazionale accolse il ricorso del Napoli annullando la sanzione e convertendola in una sanzione di 50.000 euro con diffida. Ma nella Giustizia sportiva le diffide si esauriscono nel corso della stagione, quindi al massimo poteva valere fino a giugno 2023. Questo non peserà sulla decisione attesa in queste ore che, in caso contrario, avrebbe portato a sanzioni più pesanti.

Quella sentenza, un successo inatteso per il criticato avvocato Mattia Grassani, sembrò rappresentare una svolta decisiva in tema di attenuazione della responsabilità oggettiva. Ed in effetti nel corso dei due campionati successivi sono stati pochissimi i casi. Tra le motivazioni ce n’è una che gioca in favore del Napoli: a La Spezia c’erano diversi tifosi del Napoli ma comunque una piccola parte rispetto agli occupanti dell’intera Curva A; a Cagliari ce n’erano solo 430 ed è quindi difficile, sul piano giuridico, giustificare un provvedimento fortemente penalizzante per il comportamento di pochissimi.
Nella sentenza del giugno 2022 c’è un passaggio chiave proprio su questo punto: “Non vi sono evidenze sufficienti per individuare con ragionevole certezza il settore da sanzionare e la chiusura finirebbe per colpire migliaia di sostenitori in maniera indiscriminata“.
E c’è un altro particolare importante: quella fu l’ultima partita del campionato di serie A 2021/2022; appena due mesi dopo l’Osservatorio del Viminale autorizzò la trasferta dei campani tesserati in occasione dell’esordio nel torneo successivo a Ferragosto a Verona. Anche per questo, pur essendo la tifoseria napoletana nuovamente attenzionata (come altre), non vi sarebbero in previsione provvedimenti restrittivi da qui in avanti.





Peraltro, anche sui fatti di Cagliari andrebbe fatta luce, cosa che sta avvenendo grazie alla diffusione di molti video, il più significativo dei quali è stato pubblicato domenica sera da CalcioNapoli24 sul proprio account Youtube (guarda). Ce n’è poi un altro di un profilo TikTok che si chiama “Ilcalciosocial“. Tutto sarebbe nato dall’esposizione di striscioni offensivi (ma ironici) nel settore occupato dai napoletani; non è chiaro chi abbia lanciato il primo fumogeno, poi si è arrivati ad un lieve contatto tra due o tre tifosi partenopei ed altrettanti cagliaritani. Nel parapiglia è rimasto coinvolto uno steward. Molte ricostruzioni anche della stampa e delle tv nazionali, nonché della consueta fecciamma leghista e juventina che infesta i social e non solo, non hanno contemplato quanto accaduto dopo: il fitto lancio di fumogeni da parte della curva più lontana dal settore ospiti, vero motivo della prolungata sospensione del match. Secondo indiscrezioni, tuttavia non confermate, l’arbitro La Penna e un suo assistente l’avrebbero spiegato in campo a Giovanni Di Lorenzo.
Il Giudice sportivo deciderà martedì in tarda mattinata e si baserà esclusivamente sul referto presentato dal direttore di gara e dai collaboratori. A rischiare maggiormente sarebbe proprio la società ospitante che gode di meno attenuanti in merito all’ingresso di materiale proibito nello stadio, materiale peraltro fatto già esplodere all’esterno dell’impianto prima del tardivo ingresso del cuore della tifoseria cagliaritana.
Tutte queste considerazioni meritano ovviamente il condizionale in quanto tale caso è comunque oggetto di un’ampia discrezionalità da parte dell’organo giudicante; tra l’altro martedì 17 dovrebbe partire la vendita dei biglietti di Napoli-Como del 4 ottobre, ma per ora non è stato comunicato nulla, forse proprio perché il Napoli vuole attendere visto che un’eventuale sanzione potrebbe scattare proprio in occasione di quella partita.

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